Dal Sindaco di tutti a tutti Sindaco

Tutto inizia sempre con un’illegalità. Piccola, intendiamoci, talmente piccola da passare per ovvietà. Chi è che non ha commesso una piccola illegalità in vita sua, un passaggio col rosso, una firma falsa sulla giustificazione a scuola, talmente piccola da poter essere facilmente giustificata col solito mantra che copre le nefandezze di ogni colore: ma tanto lo fanno tutti, oppure fino ad oggi si è fatto così e non è morto nessuno, oppure ancora queste sono sciocchezze, pensa ai bambini che muoiono di fame in tutto il mondo. Così’ si traslava la colpa da chi, per un senso morale di inadeguatezza, se la sentiva scaricare sulle proprie spalle e quindi, per un contegno antalgico, abbonava ogni piccola o grande cosa.

E non si tratta di errore, statemi a sentire, perché l’errore è quella vicenda che mi fa uscire di casa con un calzino blu ed uno nero; si tratta di menefreghismo perché chi doveva controllare non è stato formato adeguatamente e chi sapeva di commettere un illecito ha fatto finta di nulla. Chi si arroga il diritto di rappresentare i suoi concittadini in virtù di una delega politica deve sapere che la dottrina dello Stato è fatta di simboli, e la sciarpa tricolore è uno di questi. La sciarpa tricolore rappresenta il Sindaco e l’incarico di Sindaco, elettivo, non è delegabile a nessuno. Il Sindaco è il solo titolato ad indossare la sciarpa tricolore che può essere indossata, in caso di suo impedimento ( impedimento, non assenza temporanea) dal vicesindaco. Fuori da questi due casi la sciarpa rimane nel cassetto e nessuno può rappresentare il Sindaco. Il resto sono patacche che lasceremo volentieri ai pataccari presenti, a quelli del passato ma che, nel futuro, non si possono tollerare più. Ci è stato promesso un cambiamento che finora è rimasto sospeso in aria e si sorregge a forza di racconti a tema fantastico che ci vengono propinati quotidianamente. A me la fantascienza non è mai piaciuta più di tanto e mi comincio ad annoiare e chi mi conosce sa che quando mi annoio comincio a rompere le scatole.

Gestire la sciarpa tricolore come se fosse il fratino da indossare nella partitella di riscaldamento, con il primo che arriva e lo indossa a nome di tutti, è un’illegalità, piccola sicuramente, ma è un indice della sciatteria con cui i simboli vengono trattati da quest’amministrazione comunale.

La stessa amministrazione che sposa con vigore la veemenza con la quale il Partito Democratico accompagna le celebrazioni nazionali del 25 aprile ma che non si degna di far intervenire né il Sindaco né il vicesindaco alle celebrazioni cittadine, rimarcando il fatto che noi semplici cittadini non ci meritiamo un beato nulla, non solo di fronte alla vastità dell’Universo ma più prosaicamente davanti al ponte festivo più lungo degli ultimi 25 anni.

E sicuramente a sciatteria non siamo secondi a nessuno, visto che, sempre attraverso questa impalpabile amministrazione comunale, quella che riesce sempre ad evitare le celebrazioni nella propria Città ma che partecipa con i suoi assessori ed in maniera trasversale alle campagne elettorali del circondario e affronta con una leggerezza celestiale ogni questione inerente al mandato da assolvere, premiando i funzionari più distratti, migliorando le responsabilità dei più irresponsabili, caricando sul proprio basto i responsabili dell’affondamento di questa meravigliosa cittadina e bollando come polemica ogni osservazione al riguardo, abbiamo imparato come tra il dire ed il fare c’è un mare che nemmeno le crociere che aspettiamo con ansia riusciranno facilmente a solcare.

Sicuramente anche questa noiosa questione sarà archiviata come tale, una sciarpa, anche se tricolore, non farà mai primavera e tutti hanno diritto, giustamente, di sentirsi un pochino il Sindaco del momento. Quando incapacità ed irresponsabilità si coniugano all’infinito, ecco, questo è il momento magico del caos totale. Godetevelo, godetevelo tutto.