Il Consorzio inutile

Cerchiamo di capirci. L’Osservatorio Ambientale di Civitavecchia esiste, credo funzioni pure ed è parcheggiato negli uffici della Regione Lazio, infilato a forza dentro la sede della direzione regionale per le politiche ambientali e ciclo dei rifiuti. Quello che non esiste più è il Consorzio per la gestione dell’Osservatorio ambientale di Civitavecchia. Ha la sua sede a Tarquinia, nella strada del Mandrione delle Saline, al numero civico 18, un recapito telefonico al quale nessuno risponde ed un sito internet all’indirizzo www.ambientale.org che risulta scollegato.

Andiamo però con ordine. Nel 2009 avviene la sua costituzione da parte dei comuni di Civitavecchia, Tarquinia, Tolfa, Allumiere, Santa Marinella e Monte Romano. Il suo scopo è la gestione associata delle attività di monitoraggio ambientale e sanitario da svolgersi sul territorio dei Comuni aderenti. La forma consortile nasce per coinvolgere i comuni direttamente interessati dalle emissioni della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord. Opera con i fondi che Enel Produzione spa deve fornire ai sensi dell’accordo stipulato con il Comune di Civitavecchia il 19 giugno 2003. Le quote di partecipazione risultano attribuite in maniera paritaria ai consorziati e vengono determinate in cento euro per ogni consorziato. Il fondo di dotazione è costituito dalla somma di un milione di euro annui erogato dall’ENEL Spa al Comune di Civitavecchia a fronte dei patti contenuti nell’accordo sottoscritto il 19 giugno 2003 e confermato nei successivi accordi nonché da contributi di altri enti ed organismi pubblici, società e privati interessati da accordi con i consorziati per la gestione delle attività proprie dell’Osservatorio Ambientale.

Oggi il Consorzio è in liquidazione, come risulta dall’interrogazione del codice fiscale corrispondente al numero 01976140564, e questo dal 2016 anno nel quale i Comuni consorziati hanno disposto il recesso unilaterale. Posto che i delegati dei Comuni, presieduti da Giovanni Marsili, non percepivano alcunché sembra invece che almeno tre persone continuino a percepire la loro retribuzione mensile che va, mese dopo mese, ad erodere il capitale consortile di oltre due milioni di euro, capitale che potrebbe essere utilizzato per molte cose, tra le prime la tutela della salute degli abitanti di questo martoriato territorio.

Lo scopo di questa inchiesta è proprio quello di appurare la veridicità di queste voci e capire le ragioni di tale spreco di denaro pubblico. A breve la prossima puntata.

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