I Corpi Ausiliari della Croce Rossa Italiana sono stati spogliati delle loro prerogative e delegittimati da chi, allora, aveva la missione di farli estinguere per consunzione e da chi, adesso, accetta supinamente la continua violazione delle regole pur di compiere rapidamente il disegno concordato.
E’ comodo parlare dell’ignavia della classe dirigente di un’Associazione che si sta velocemente incartando su se stessa, e perde giorno dopo giorno denaro e credibilità nella stessa misura, costantemente. E’ comodo anche considerare il fatto che questa governance, come quella precedente, non ha mai avuto a buon cuore il destino dei Corpi e dei loro appartenenti, Crocerossine o Militari che siano, abbandonandoli a loro stessi ed usando l’Istituzione con maniere rapaci.
le Sorelle sono demotivate, demansionate, emarginate nei loro stessi Comitati, all’oscuro di quello che succede nel Corpo, nell’Associazione, nel Paese, sono orami fuori dal circuito virtuoso della Difesa, con la Fondazione svuotata e ferma al palo, senza un riconoscimento, una prerogativa, una prospettiva.
A questo punto quello che sembrava un gioco di ragazzine indisponenti assume i contorni di un giallo, nella cui rilevanza penale e disciplinare una parte maggioritaria la gioca la responsabilità di chi poteva impedire il consumarsi di questo scempio e non lo ha fatto, di chi poteva fare in modo che questa bruttissima parentesi potesse chiudersi con una tirata di sipario ed invece ha dato il colpo di grazia al Corpo ed a tutte le Sorelle per il quale il servizio alla Patria ed ai vulnerabili è una missione di vita e non un modo per andare in giro ostentando qualità che non si possiedono più.
Questa cosa deve farci comprendere come sia necessario provvedere con la massima urgenza alla sostituzione di tutti i vertici del Corpo, sia di quelli attivi nella peggiore accezione del termine che di quelli che con il loro contegno omissivo offrono un gravissimo favoreggiamento a queste condotte.
La logica è la solita, quella della normalizzazione dei rapporti e del tentativo di raccogliere l’istanza dei soci del territorio di Roma Capitale che rispondono a tre presidenti e non solo a due come tutti i Soci del Paese. La soluzione sarà levantina, come nelle migliori tradizioni di questa scivolosa gestione.
E’ ormai tempo che, rimosso ogni indugio e ampiamente scaduto il mandato, Sorella Emilia Scarcella sia posta nelle condizione di tornare a prestare il proprio servizio volontario e disinteressato e che, nelle more della nomina della nuova Ispettrice nazionale del Corpo, sia indicata una Sorella con le qualità personali e professionali adatte per collocarla ai vertici del Corpo con un incarico di reggenza.
Proprio ieri mi è arrivata la notizia che mi ha sconvolto: alcune Sorelle sono state sanzionate disciplinarmente per aver messo un like sui miei articoli nei post di Facebook ed altre sono state inseguite telefonicamente dalla stesa Ispettrice nazionale Emilia Scarcella per lo stesso motivo.
Si tratta di porre in essere, da parte della Croce Rossa Italiana, un muro invalicabile che possa isolare il suo stesso mondo da contaminazioni esterne. E’ significativa in questo senso la motivazione di uno dei procedimenti di radiazione che ho subito, motivato dal fatto che la mia attività di informazione “induce a pensare”, come se i Volontari ed i dipendenti della CRI non ne siano autorizzati, legittimati o addirittura capaci.
La prossima settimana a Roma ci sarà una conferenza stampa di presentazione. Rosario Valastro annuncerà il nuovo e ancora vecchio impegno dell’associazione nella gestione dei migranti, che una volta si chiamavano profughi e poi rifugiati ma sono sempre le stesse persone