Diritti e parità delle donne: un cammino ancora lungo.

Oggi sembra naturale e scontato ma il cammino delle donne verso il diritto elettorale è stato lungo e difficile.

A noi della generazione che ha visto il primo uomo scendere e passeggiare sulla luna la cosa non stupisce, pare naturale. In realtà il voto alle donne è stata una delle grandi conquiste del XX secolo.

Sembra impossibile che una discriminazione di questa portata sia durata così tanto nel tempo, attraversando secoli di vera e propria civilizzazione ed esplosione culturale. Poi capita che ci sia un periodo di grandi fermenti tra due guerre epocali, anzi mondiali. Poi capita ancora che finita la seconda guerra si voglia dimostrare di essere cambiati veramente.

Ed allora capita che proprio il primo giorno di febbraio del 1945 la Gazzetta Ufficiale riporti il decreto numero 23 con il quale si estende il diritto di voto alle donne. Le uniche a rimanere ancora tagliate fuori, discriminate, saranno quelle che esercitano il meretricio, allora perfettamente legale, al di fuori dei locali autorizzati alo scopo. Anche quelle dopo una quindicina di anni, caduta nell’illegalità la loro professione, acquisteranno la pienezza dei loro diritti.

Una cosa quindi ormai entrata nella nostra consuetudine come il voto alle donne, che sembra essere lapalissianamente normale e che invece ha origini recenti e proviene da un cammino, quello per l’emancipazione delle donne e la loro parità effettiva e legale agli uomini, che pare ancora non raggiunto pienamente e pienamente accettato.