Croce Rossa: l’altro Principio, discontinuità

Ricordo perfettamente quando nel corso dell’assemblea del Comitato di Roma Capitale avevo sollevato dodici, si dodici, perplessità riguardo i conti che il consiglio direttivo del Comitato aveva presentato per l’approvazione. Ricordo anche la promessa da parte del direttore del Comitato che nell’esercizio successivo i dati sarebbero stati espressi meglio e che non c’era alcuna preoccupazione sulla tenuta dei conti. Mi era anche stato promesso che i miei rilievi sarebbero stati riportati nel verbale della seduta.

A quelle condizioni approvai il bilancio, ci fu il mio voto favorevole. Naturalmente dei miei dodici rilievi nel verbale non c’è traccia ma il mio voto favorevole mi consente, oggi, di esercitare l’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori. Proprio nell’istruire questa pratica ho scoperto una cosa che a noi Soci non è mai stata raccontata né da noi Soci è stata mai autorizzata. Il direttore del Comitato ha ricevuto non una o più procure speciali per le attività di amministrazione dello stesso ma una procura generale che di fatto lo mette a capo dell’organizzazione del Comitato affidandogli anche quelle attività ed i poteri di rappresentanza che lo Statuto assegna inderogabilmente al solo vertice eletto.

Di fatto, quindi, la volontà dei Soci da loro esercitata attraverso il voto è stata irrimediabilmente ed artatamente piegata ad un altro piano del quale non conosciamo le origini né lo sviluppo ma del quale stiamo apprendendo giorno dopo giorno le nefaste conseguenze. Il Comitato che si è fatto azienda oggi non paga i suoi dipendenti. Oggi, 26 gennaio 2019, centinaia di famiglie devono ricevere ancora la retribuzione di novembre e quella di dicembre. Quella di gennaio dovrà essere contrattualmente messa nelle mani dei lavoratori entro il giorno 7 ma non ci spera nessuno. Ed è inutile dare la colpa di questo al consiglio direttivo del Comitato che di fatto, con la concessione di una delega in bianco al Direttore, si è auto escluso da ogni potere decisionale.

Vorrei evitare di ripetermi all’infinito ma quest’organismo ha dovuto difendersi in qualche maniera; se lo scorso aprile le operazioni di voto fossero state leali e corrette, come auspicabile in un’Associazione che deve essere retta da regole democratiche e lo devono essere ancora di più in un‘Associazione che dichiara di ispirarsi a principi i umanità ed imparzialità, queste gravi vicende sarebbero uscite fuori prima ma l’organismo ha preferito continuare a coltivare la propria infezione e le cose sono andate come sappiamo.

Il problema non sono solo le retribuzioni mancate, il problema è la tenuta stessa dei conti, gravati da debiti ingenti, la coesione tra i Presidenti dei Comitati sotto ordinati, il malessere che che cova tra i dipendenti. A questo bisogna porre urgentemente rimedio. Il Comitato di Roma è il paradigma di tutti i Comitati italiani, la sua rovinosa caduta porrebbe fine a quest’ipotesi di rinnovamento in chiave mercantile della Croce Rossa Italiana. La stessa creazione della Fondazione merchant a Milano, pronta a prendere il posto nelle attività del Comitato di Roma, ne è la fattiva dimostrazione.

Salvare il Comitato di Roma oggi è indispensabile ed urgente,

significa salvare l’Idea stessa di Croce Rossa nella Capitale e per questo il Presidente Diodati deve tornare protagonista, prendere in mano il timone, ridisegnare la strategia di azione seguendo i Principi ed i Valori, revocare le deleghe che sono in contrasto con il dettato statutario e circondarsi di uno staff di persone leali e competenti, fare “qualcosa di Croce Rossa”, insomma, perché il conto alla rovescia è iniziato. Se questo accadrà noi saremo tutti a fianco del Presidente Diodati, pronti a sostenerla ed a difenderla nel risanamento e nella ricostruzione. Se al contrario si dimostrasse strumento di questo disastro i primi a farne le spese saranno i tanti dipendenti poi il castello di sabbia verrà giù con un colpo solo e a pagarne lo scotto saranno tutti quelli che credevano nella Croce Rossa, che dalla Croce Rossa si aspettavano un aiuto concreto o un appoggio reale. Perché la Croce Rossa è un’altra cosa.