Croce Rossa: questo è il momento

Dopo aver raccontato proprio ieri in un altro articolo su questo sito la situazione amministrativa del Comitato Cri di Roma Capitale ed il malessere che questo tipo di gestione sta causando tra dipendenti ed anche tra i Volontari voglio raccontare adesso del cuore sanguinante nel supporto che l’Associazione romana da ai servizi dell’Ares 118 del Lazio. Sono circa 80 i dipendenti romani che lavorano in appalto per Ares ed assicurano i servizi di soccorso in ambulanza su alcune postazioni: Torrespaccata, San Pietro, Nuovo Salario e San Basilio

Il problema che sta scatenando i dipendenti in questi giorni è la mancanza di retribuzione regolare e costante. Hanno ricevuto da poco un acconto di 500 euro sulla retribuzione di novembre, non hanno ricevuto quella di dicembre ed il sette di febbraio sapremo, perché giorno di scadenza contrattuale, se sarà pagata quella di gennaio 2019.

Ancora maggiore è il problema delle condizioni generali di lavoro. Una postazione non era allacciata ai servizi generali e per questa ragione era servita da un gruppo elettrogeno che doveva rimanere acceso tutto il giorno, con i dipendenti che trasportavano il carburante per alimentarla . Altre postazioni sono talmente minuscole che non esistono gli spazi vitali e di sosta dei lavoratori, utilizzabili nei tempi morti tra un soccorso e l’altro anche per lavarsi, cambiarsi, redigere i vari report e integrare i materiali utilizzati in servizio.

I lavoratori sono esposti ad un costante rischio biologico, le uniformi di servizio non sono fornite nella misura contrattuale. In pratica invece di averne tre ogni dipendente, questi ne ha solo una e la deve portare a casa, anche sporca di sangue o di altri liquidi organici potenzialmente contaminanti, e lavarla tra i panni di casa.

Altro problema costante è quello della gestione del personale; il contratto ANPASS applicato ed applicabile a questa categoria di lavoratori prevede che dopo ogni turno, considerato sempre stressante, vada attribuito un riposo. Questo non accade e l’unica alternanza prevista per i lavoratori è una turnazione aritmetica tra un 7/19 ed un 19/7 con l’aumento dello stress per il personale, non solo infermieristico ma anche specializzato alla guida ed al trasporto infermi. La gestione del personale è coperta e strutturata da persone che coprono un ruolo per il quale a volte non possiedono i requisiti culturali e attuano il managing con sistemi ruvidi quali lo spostamento di postazione, e quindi di luogo di lavoro, continuo e senza preavviso tra il personale, turnazioni faticose e chiamate continue per arrivare a coprire tutti i turni.

Alla massimizzazione del profitto prevista dalla Croce Rossa Italiana non corrisponde la stessa meticolosità amministrativa. Pare infatti che Ares non paghi le fatture presentate da Cri in quanto non esattamente corrispondenti ai servizi ed alle somministrazioni prestate. I tesserini di riconoscimento, richiesti da Ares per il servizio al personale, sono scaduti nel 2017 e non sono stati ancora rinnovati.

Lo stato degli automezzi utilizzati nell’espletamento dell’appalto influisce molto sia sullo scenario di efficienza generale che sulla potenziale diminuzione di sicurezza a danno sia degli operatori sanitari che degli utenti che anche degli altri veicoli circolanti. Si parla infatti di gomme usurate, efficienza frenante ridotta, pedane mobili che non escono alla bisogna o non rientrano in sede a portelli chiusi, sedili rotti, defimonitor interni non sempre efficienti, oltre alla mancata sterilizzazione degli abitacoli e dei presidi e riparazioni fatte quando l’equipaggio è in “blocco barella”

E’ fondamentale, per consentire la prosecuzione di un servizio essenziale per la Comunità ed anche per la salute ed integrità dei lavoratori, organizzare un intervento di elevato spessore che sappia poter indagare sull’efficienza di meccanismi e persone ma sopratutto possa riportare serenità e la massima operatività in un settore ad elevato rischio di burnout. Per questo bisogna chiedere con la massima sollecitudine al Presidente del Comitato di Roma, Debora Diodati, un gesto di discontinuità importante, che possa far tornare l’Associazione protagonista dell’azione di Croce Rossa in questo territorio, ma non possiamo aspettare a lungo; il rischio che il malessere possa diventare esplosivo è veramente troppo grave. C’è una contrapposizione forte tra la nostra Croce Rossa e l’azienda di quelli che spingono le vendite di cioccolatini e panettoni ma non riescono nemmeno a scrivere due righe sullo sgombero forato ed illegittimo del Cara di Castelnuovo di Porto, luogo che dovrebbe rappresentare un forte valore affettivo almeno per tutti quelli che lontani da ogni forma di volontariato gratuito e disinteressato proprio in quel Cara si sono avvicinati alla nostra Associazione ed oggi ne sono dipendenti. Forza Debora, manda un segnale di spessore, facci capire se stai con noi o contro tutto il nostro mondo.