La scialuppa dell’indignazione

Che le cose non vadano si percepisce ormai nettamente. La luna di miele si è trasformata in luna di fiele e anche la Giunta comunale è diventata una scialuppa in balia delle onde. Il record di questa amministrazione, nuova ma già vecchia, è costituito dal numero delle dimissioni. In un luogo deputato per eccellenza alla conservazione della poltrona abbiamo registrato già tre abbandoni, due seguiti da un “convinto” ripensamento. Per il terzo un copione già visto. Anche durante la prima amministrazione Tidei la poltrona del dimesso assessore all’urbanistica Giovanni Dani ebbe un vuoto lunghissimo che poi è lo specchio dell’assenza di concordia, di relazioni tenute assieme con lo sputo, di una tensione palpabile ed insistente pronta a far deflagrare tutto al primo battito di ciglia.

In effetti i risultati non si vedono. Non basta aprire un cancello sul mare anche perché la lettura dello spot elettorale fatto con le cesoie in mano si presta ad una duplice interpretazione: se per un atto dovuto deve scendere in campo il Sindaco stesso significa che gli Uffici preposti non fanno il loro dovere o che non lo vogliono fare e nessuno prende provvedimenti adeguati. Ma il lavoro e lo sviluppo promessi un anno e mezzo fa dove sono?

Le concessioni balneari non possono essere messe in discussione, nel frattempo si prendono una serie di iniziative tutte concentrate su Santa Severa, che oggi si comincia a svuotare con un anticipo che spero sia dovuto solo alle brusche variazioni meteo accennate già da qualche giorno. Non c’è progettazione, non c’è una strategia valida, soltanto interventi spot eterodiretti da un misterioso benefattore che si occupa solo di facilitazioni turistiche ma non di istruzione, sussidiarietà, viabilità o salute pubblica. Ma il lavoro e lo sviluppo promessi un anno e mezzo fa dove sono?

I cittadini non sono messi al corrente di quanto l’amministrazione comunale stia organizzando per affrontare il prossimo, durissimo, anno e non c’è nessuna intenzione di farglielo sapere. Allo stesso modo si trovano di fronte ordinanze sindacali che nessuno fa rispettare ma che vengono sbandierate quali soluzioni a problemi esistenziali mentre l’abusivismo commerciale sta dilagando e trasformando questa Città in un mercatino a cielo aperto senza alcun controllo. Ma il lavoro e lo sviluppo promessi un anno e mezzo fa dove sono?

Non voglio mettere il dito nella piaga più purulenta di tutte ma probabilmente il sole della Florida ha accecato qualcuno che non vede come tra il piattume diffuso nelle strade cittadine, identico a quello che si viveva nello stesso periodo qualche anno fa, non si riesce a capire quale sia la cosa che deve marcare la differenza, il cambio di strategia, la cesura netta tra un modo di amministrare che ha stancato e distrutto e questo qui, che comincia a stancare e non può però distruggere perché manca di intuizione e di iniziativa. Ma il lavoro e lo sviluppo promessi un anno e mezzo fa dove sono?

Nei luoghi a noi vicini spopolano, tutti i fine settimana, sagre e raduni a base di specialità alimentari a basso costo. Qui a Santa Marinella a parte una sagra della birra finita come sappiamo e qualche fugace apparizione di furgoncini di street food è un modello virtuoso che non riusciamo ad importare. E non mancano gli spazi o i luoghi. Probabilmente esiste una “lobby della forchetta”, una delle tante consorterie che inquinano l’aria più della centrale di TVN qui a Santa Marinella, che non gradisce questo genere di iniziative che, ripeto, nel circondario spopolano e creano un indotto memorabile. Ma il lavoro e lo sviluppo promessi un anno e mezzo fa dove sono?

E’ sempre più urgente provvedere ai bisogni della Città e dei suoi abitanti, creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile e duraturo, consentire ai nostri figli di rimanere in questa meravigliosa fetta di mondo e non andarsene in giro a cercare migliore fortuna. La nostra fortuna siamo noi, donne e uomini di buona volontà, non ci serve la beneficenza ma lo sviluppo e l’occupazione che si creano anche attraverso la politica. Non possiamo attendere oltre.