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Uno degli argomenti che mi sta più a cuore nella mia inchiesta sulla più grande associazione di volontariato del Paese è quello della maniera proprietaria con la quale alcuni pensano di gestire un patrimonio che è di tutti gli italiani e di come questi usino lo strumento dell’ablazione sociale, radiazioni e cancellazioni, per contenere il dissenso e le contestazioni interne.
In fondo ci speravo ma ho dovuto subito ricredermi. Nessuno vuole cambiare questa Associazione della Croce Rossa Italiana. Si è presa una strada, quella dell’aziendalizzazione, che con il riordino imposto dal Governo non ha nulla a che vedere. Ci sono i debiti, ci sono numerose sacche di cattiva gestione ma si perde il buono che un’Idea aveva saputo seminare in tutto il Paese.
Il destino dei Corpi Ausiliari della Croce Rossa Italiana è scritto da tempo, solo chi non vuole non lo sa leggere. Non c’è nulla da decifrare, basta prestare la normale attenzione. I segni sono evidenti, basta leggere gli atti, guardare gli avvenimenti, analizzare le decisioni, tutto ha un senso per chi voglia capire. Adesso provate a capire qualcosa anche voi.
C’è un piano per neutralizzare i Corpi Ausiliari della Croce Rossa Italiana, il Copro Militare ed il Corpo delle Infermiere volontarie, che viene perseguito dal commissariamento Rocca e continua con la presidenza Valastro. Anche la commissione ministeriale ha lo stesso recondito scopo e non produrrà risultati. Vi spiego perché.
Il Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana esce dal torpore nel quale si era collocato da solo negli ultimi dieci anni per manifestare disappunto sulla norma che, emessa i primi di agosto dal Presidente nazionale dell’Associazione, ha rivoluzionato la struttura del Corpo, anzi dei due Corpi Ausiliari della CRI, compreso quindi il Corpo delle Infermiere Volontarie.
C’è un filo che unisce Milano, Roma e Crotone. Questo filo è la spina dorsale del Paese e del fenomeno Croce Rossa che ormai sta declinando verso la peggiore trasformazione mai fatta registrare. A Roma e Crotone si vota, sempre secondo i soliti paradigmi e senza provare ad innovare, mentre Milano ha incassato la riconferma al vertice delle Infermiere Volontarie della sua Socia più prestigiosa, Emilia Scarcella.
Ci sono momenti nella vita delle Persone, specialmente quelle che credono e confidano nelle Istituzioni, che consentono loro di assistere a mutamenti epocali. Oggi sappiamo che i Corpi Ausiliari della Croce Rossa non sono sopravvissuti alla sua trasformazione da Istituzione secolare in azienda anomala, e nell’azienda non c’è posto per i Corpi Ausiliari.
L’altro giorno i Social hanno dimostrato come sia caduto l’ennesimo tabù, hanno dimostrato come tra il dire ed il fare ci sia un grandissimo mare sopra il quale solo qualcuno sia in grado di camminare mentre tutti gli altri annaspano.
Ieri poteva essere una giornata magnifica per i Corpi Ausiliari della Croce Rossa Italiana. La ricorrenza della consegna della Bandiera d’Istituto ai due Corpi è considerata una Festa a tutto tondo ma è bastato leggere i messaggi del Presidente Valastro e del Ministro Crosetto per gettare nello sconforto chi crede ancora ad un futuro possibile. Vi spiego perché.
I Corpi Ausiliari della Croce Rossa Italiana sono stati spogliati delle loro prerogative e delegittimati da chi, allora, aveva la missione di farli estinguere per consunzione e da chi, adesso, accetta supinamente la continua violazione delle regole pur di compiere rapidamente il disegno concordato.