9 Dicembre 2016

Croce Rossa: sono tutti segretari con gli autisti degli altri.

By Cristiano Degni
E’ difficile pensare al futuro di una Croce Rossa che non riesce a dare risposte su questioni assolutamente elementari e documentate.

Non so obiettivamente come si possano sentire i consiglieri nazionali Fioroni, Nisi, Valastro e Bellocchi nell’assistere alla negazione assoluta di ogni principio di diritto, nel constatare che i regolamenti da loro stessi approvati e sottoscritti vengono quotidianamente completamente disattesi, in particolare quello sulla trasparenza degli atti dell’Associazione della Croce Rossa Italiana. Non so che tipo di sentimento possano maturare e come intendano atteggiarsi nei prossimi, cruciali, giorni.

Il dibattito è completamente assente e questi signori, muti, non fanno assolutamente nulla affinché le deliberazioni del collegio che occupa il loro prezioso tempo vengano rese note ai soci Volontari. Anche il verbale dell’assemblea nazionale, l’ultima del 22 ottobre scorso, è stato secretato come tutti gli altri atti della Cri.

Probabilmente i Volontari non sono considerati degni di conoscere gli atti che li riguardano né, tanto per tornare su noiosissimi antichi temi, il contenuto dei contratti di impiego dei signori Ronzi e Contini, nonché quello degli altri impegnatissimi membri del super staff del super Segretariato Generale. E’ fondamentale ai fini della trasparenza e del buon andamento associativo conoscere questi dati. E’ fondamentale che un’Associazione moderna e democratica metta i propri membri nelle condizioni di conoscere agevolmente questi atti, ma questo non accade.

Anche perché in molti non riescono a comprendere come un soggetto che si definisca un volontario, sto naturalmente parlando del super Segretario Generale della Cri il dottor Flavio Ronzi, si debba dotare di un autista e perché lo stipendio di questo autista non debba essere pagato dall’Associazione di cui Ronzi è segretario generale ( naturalmente super, non vorrei lo dimenticassimo) ma dall’EsaCri, l’Ente strumentale alla Croce Rossa Italiana, la bara legale nella quale è stato infilato tutto il processo di liquidazione dei beni e dell’idea stessa di Henry Dunant.

Il dubbio, suggeritomi da molti volontari, non è peregrino. L’Ente ha vita breve, fisiologicamente breve. Durerà secondo il decreto legislativo 178 fino alla fine del prossimo anno, il 2017, ma acquista cellulari di pregio e li strapaga. Giustamente, penserete voi, perché non regalare una prestazione di lavoro subordinato a qualcuno. In fondo, in ossequio ai migliori principi umanitari, un autista non si nega a nessuno. E se tanto mi dà tanto chissà cos’altro potrebbe venire fuori se l’Associazione e l’Ente avessero la necessaria ed obbligatoria trasparenza.

Anche il nostro simpaticissimo e super Segretario Generale, quello che noi chiamiamo ormai tutti “pagnottella” ha diritto di essere scarrozzato a spese dello Stato, in quanto l’Ente strumentale è finanziato con denaro pubblico, e questo diritto non possiamo essere noi, quelli lasciati all’oscuro persino delle delibere che riguardano direttamente la nostra vita associativa ed il nostro essere Volontari, a negarglielo.

Proprio noi che non abbiamo mai contato nulla, che siamo sempre stati considerati forza lavoro per sviluppare convenzioni, che non abbiamo diritto di parola e di rappresentanza nelle riunioni e nelle assemblee. Che proprio per il fatto di non poter assistere a certe sedute dovremmo avere, in teoria, il diritto di leggere le successive delibere. La Croce Rossa, invece, è un’altra cosa.