22 Novembre 2020

Croce Rossa: Mattarella lo sa?

By Cristiano Degni

Alla fine è chiaro, chiarissimo, il motivo per cui nell’associazione di volontariato più grande d’Italia non si possono e non si devono fare domande. Che è anche il motivo per cui si viene sottoposti a procedimento disciplinare solo perché quello che si scrive “induce a pensare”. Allora senza scrivere basta leggere e si scoprono molte cose. Cose che esistono, sono fatti documentati e documentabili ma che non devono essere ricordate né indicate al pubblico.

Mentre attendo con “sufficiente ottimismo” la pronuncia della Magistratura sulla regolarità delle ultime elezioni associative nazionali, ho dato un’occhiata con la consueta superficialità alla relazione al bilancio 2019 del Comitato Nazionale della Croce Rossa Italiana. Mentre leggevo pensavo a come avesse apprezzato un simile documento un Presidente generico medio e come mai, nelle poche assemblee alle quali ho avuto il diritto, ma mai il piacere, di partecipare nessuno, ripeto nessuno, avesse mai trovato nulla da eccepire non tanto negli istrionici esibizionismi dell’unico protagonista, l’unico che avesse diritto di parola e che lo esercitasse senza limite, ma sulla produzione documentale che, noiosa per natura, poteva regalare a chi ci si applicasse con un minimo di diligenza, anche per rispetto dei Comitati che andava a rappresentare, perle di infinito colore, paradigmi di una maniera di gestire personalisticamente un prezioso bene di proprietà della collettività nazionale e posto sotto l’alto patrocinio del Capo dello Stato.

I fondi vincolati della Croce Rossa

Ho aperto a caso il corposo fascicolo che contiene il Bilancio sociale e la relazione di missione per l’anno 2019 dell’Associazione, 151 pagine fitte fitte, e il caso ha voluto che l’occhio mi cadesse a pagina 28. So che siete pigri e non leggerete nemmeno la riproduzione che vi ho fatto qui sotto e per questo ve la riassumo io. La Croce Rossa ha detto, in poche parole, allo Stato: mi hai promesso la paghetta, cioè 60 milioni di euro per l’esercizio delle mie funzioni nell’anno 2019 ma siccome sei lento a pagare ed io sono rimasta senza un euro approfitto dei fondi finalizzati, dei cassettini quindi che noi stessi abbiamo chiusi con il lucchetto. Poi appena possibile, come è stato, rimetto i soldini li dentro. Va bene, vi incollo qui il testo che mi ha provocato il forte bruciore di stomaco (sono sensibile, lo sapete tutti).

La definizione tardiva dell’importo, da definire all’esito del riparto, e il conseguente trasferimento di liquidità avvenuto nell’anno successivo all’anno di riferimento della convenzione, hanno comportato un forte rallentamento dell’attività. Al fine di garantire i servizi essenziali e far fronte ai pagamenti indifferibili da effettuare, l’Associazione ha fatto ricorso al prelievo dai fondi vincolati costituiti da:
a) fondi raccolti per il sisma del 30 ottobre 2016 e destinati alla ricostruzione (€ 9.500.000,00);
b) fondi trasferiti da ESACRI, residui Difesa Corpi Ausiliari ante 2015 (€ 6.500.000,00), destinati alle attività ausiliarie alle Forze Armate svolte dal Corpo militare volontario e dal Corpo delle Infermiere volontarie.

L’utilizzo dei fondi vincolati è stato autorizzato con delibera del Consiglio Direttivo Nazionale previo parere favorevole del Collegio, e sentito altresì il Magistrato deputato al controllo contabile dell’Associazione, al fine di fronteggiare spese indifferibili, previamente e tassativamente elencate,
riguardanti principalmente la retribuzione del personale (stipendi, oneri previdenziali e assicurativi, trattenute, ecc.), il pagamento di imposte e tasse, rate di mutuo e di assicurazioni in scadenza, piani di rientro con fornitori e utenze, onde evitare l’interruzione dei servizi affidati all’Associazione.
L’Associazione ha in seguito ripristinato le disponibilità dei fondi vincolati rispettando la scadenza concordata con il Collegio dei revisori.

Bilancio_sociale_19_Part_1

Le domande ed i dubbi

Qualche domanda naturalmente viene spontanea.
Perché a distanza di tre anni dal sisma del Centro Italia quasi 10 milioni di euro ancora sono depositati nelle casse dell’Associazione?
Perché sono anni che si dice che che il Corpo Militare e le Crocerossine siano pesi per l’Associazione, che rappresentino centri di costo, e quindi l’addestramento, i materiali e la formazione, nonché l’equipaggiamento e le forniture siano ridotte al lumicino ed in realtà scopriamo che esistevano avanzi cospicui di amministrazione? Perché questi non sono mai destinati al loro scopo?
Perché nessuno tra i presidenti di Comitato ha sollevato questo problema, secondo il mio modesto parere problema di importanza capitale?
Anche perché è superfluo che si dica che il Consiglio direttivo ha approvato la manovra. Come pare scontato che un organismo nominato dall’Associazione e pagato dalla stessa come il Collegio dei revisori dei Conti abbia liquidato l’intera operazione con un laconico “tale prassi non è più perseguibile”. Anche il Magistrato che dovrebbe controllare i controllori e sacramentare i conti della Croce Rossa Italiana è nella struttura dell’Associazione, la conosce, la respira.

Chi lo dice adesso a Mattarella?

Le somme prelevate dai cassettini chiusi con il lucchettino dorato sono servite a pagare stipendi, bollette, carburanti, locazioni, contributi e imposte, mutui, piani di rientro con fornitori a rischio di sospensione delle forniture. Quindi ci è stato detto chiaramente che la gestione economica dell’Associazione nazionale non è efficiente, che il modello non funziona, che il management e la governance andavano sostituti per assicurare la sopravvivenza dell’Associazione. Tutto questo non è accaduto. Mi spiace essere dipinto ora come la novella Cassandra ma vi invito a rileggere passo per passo tutti gli articoli che ho scritto cercando di aprire gli occhi proprio su questi problemi, come dicono i mie detrattori più arditi “inducendo a pensare”. Alle mie domande non risponderà naturalmente nessuno. La legione maggioritaria dei Presidenti ha alzato diligentemente la manina in assemblea sacramentando anche questo contegno. E in fondo va bene così, perché nel tempo ci accorgiamo tutti che chi non vuole far pensare i propri volontari ha qualcosa da nascondere, chi non vuole che ci si pongano domande ha qualcosa da nascondere. La marea sta calando, però, ed anche il relitto di quella che una volta era una gloriosa Istituzione verrà alla luce.

Mattarella lo sa? Chi glielo vuole dire?