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Anche se apparentemente il risultato delle elezioni per il consiglio direttivo del Comitato nazionale della Croce Rossa Italiana ci racconta che si sono svolte nel segno della continuità, governate come si è dimostrato dal Presidente uscente, nell’ organigramma complessivo ci sono stati spostamenti critici, un caso su tutti è quello del Lazio
Sta circolando sui soliti canali gestiti dai bene informati una lista di otto persone con in testa Rosario Valastro. L’interessato smentisce che questo elenco sia la lista per le elezioni di cui già si parla molto, rimandando l’ufficialità della cosa a dopodomani. I nomi però ci sono e collimano con le chiacchiere già in giro. Fosse confermata sarebbe l’ennesima delusione.
Al posto di chi non è stato capace si fa finire chi ha legami sia con la politica che con qualcos’altro che con la politica è andato a braccetto fino a che ha potuto. Negare che la Croce Rossa si sia messa a fare politica è negare un’evidenza grande come lo stesso Colosseo. Negare che sia adesso, sia questo il momento di staccare la spina ad una governance autoreferenziale che ci sta portando verso un baratro indegno di una secolare Istituzione significa non essere solo ciechi ma anche complici di un Sistema che per interesse sta divorando un Ideale.
Ci sono due Croce Rossa, l’Azienda che strapazza i dipendenti, vende cremini e panettoni ma non dice una parola sullo sgombero di Castenuovo di Porto e poi ci siamo noi che crediamo nei Principi e nei Valori ma non abbiamo interessi. Roma da che parte sta? E’ il momento di farcelo sapere.
C’è un castello di carta dietro questa nuova Cri, un castello dalle mura alte e forti. Dentro un gruppo di alchimisti che difendono privilegi.
Ormai è assodato. Croce Rossa Italiana non è un’associazione fondata su principi di democrazia partecipata. I regolamenti elettorali stabiliscono che…
Nella Croce Rossa opaca e a libertà vigilata di cui ho spesso raccontato, a rimanere spesso, troppo spesso a bordo…