21 Marzo 2017

Croce Rossa: l’assioma del cretino diventa una costante.

By Cristiano Degni

La mutazione genetica da no profit a smart profit toglie spazio ai Volontari e sacrifica indipendenza, imparzialità ed umanità.

Io c’ero, c’ero quando il presidente nazionale, un po su di giri come suo solito, urlava al microfono che “c’è un cretino che scrive che facciamo profit” e lo declamava con la sua compassata indignazione di uomo tutto di un pezzo e mai sotto le righe.

Il cretino a cui il Presidente faceva riferimento non lo conosco ma bisognerebbe dedicargli un applauso. Per quello che mi riguarda sto conducendo una insignificante campagna d’informazione su tre filoni riguardanti la Croce Rossa Italiana. Il primo è la trasparenza, il secondo il rispetto della normativa ed il terzo riguarda l’anomalia di una trasformazione che sta cambiando l’Associazione di volontariato più grande d’Italia in qualcos’altro. Tra le forme di questa trasformazione c’è proprio quello che ho definito con un facile slogan, il passaggio, non indolore, dal no profit allo smart profit.

Proprio oggi sono inciampato nella prova provata di questo fenomeno e devo dare ragione proprio a quel cretino: il Comitato della Croce Rossa di Bologna partecipa al quaranta percento del capitale di una srl con sede a Firenze. All’interno del consiglio di amministrazione di questa società siede un rappresentante di Croce Rossa Italiana; il tutto come indicato nel documento ufficiale che trovate come al solito a questo link. L’azienda ha sede a Firenze ma, come spiega il suo sito internet, ha il centro didattico allo stesso indirizzo del Comitato Cri di Bologna.

La società costituita già dal 2015 si chiama Red Tech Srl, ha un suo sito internet dove racconta di svolgere formazione nel settore dei droni, tanto popolare oggi in Croce Rossa anche a seguito delle vicende emergenziali che hanno visto come sempre l’Associazione protagonista nei soccorsi. Più precisamente la società, detenuta per quota maggioritaria da un’importante azienda del settore aeronautico nazionale che collabora anche nel comparto difesa, ha come oggetto i servizi nel campo delle tecnologie avanzate per trasporti terrestri, aerei e marittimi e per l’emergenza, compresa la realizzazione di corsi.

Quale sarebbe però in pratica la ragione che spinge un Comitato importante come quello di Bologna non a sottoscrivere una convenzione, magari per trarne formazione e sviluppo, ma ad entrare in società per realizzare un’impresa commerciale? Non lo so, sinceramente, e non lo comprendo nemmeno. Sicuramente tutto sarà stato sacramentato dall’assemblea dei Soci che si sono resi conto scientemente di diventare partner di un’azienda come Avionica, una delle ditte che contribuisce ad allestire gli apparati militari nazionali. Quest’atto societario è comunque la dimostrazione del passaggio che i Comitati stanno eseguendo, da Onlus ad Aps ed infine ad imprese commerciali pure, lasciandosi dietro tutto il volontariato, la cui opera è incompatibile con le attività di una qualsiasi azienda commerciale, come può essere una Srl.

Mandiamo pure a far benedire le chiacchiere e cominciamo a dare ascolto ai vari cretini, ormai sempre di più, che in giro contestano la mutazione genetica dell’organismo umanitario in qualcos’altro, ormai senza nemmeno più il controllo ed il beneplacito della governance di Cri. Lasciamo giocare i ragazzi con i modellini e gli aerei; continuiamo invece a difendere con coraggio e dignità l’indipendenza, l’imparzialità e l’umanità dell’Associazione di volontariato più grande d’Italia.

La trasparenza che vado invocando serve anche a questo, ad evitare di dover prestare il gioco a chi vuole vincere sempre e per farlo tira i dadi senza dichiarare prima le regole. La Croce Rossa è per fortuna un’altra cosa.