10 Febbraio 2019

C’è contratto e contratto

By Cristiano Degni

Si attende la certificazione dei conti, dell’ultimo bilancio presentato al Ministero per il visto di conformità, per dare il via all’appalto per la raccolta dei rifiuti. Il nuovo contratto sarà perfetto e tutto potrà partire, alla grande, ma sarà una nuova sconfitta per la Città.

Il servizio è inadeguato ma nessuno se ne è accorto o almeno ha dato segno di essersene accorto. La cosa si è resa evidente con il cambio di rotta che si è verificato nel periodo estivo in merito al sistema di raccolta e conferimento dei residui dalla pulizia e dalla manutenzione degli spazi verdi privati. Li abbiamo scoperto, appunto, l’inadeguatezza del contratto di appalto così come è stato concepito e come è stato, naturalmente, riproposto alle imprese chiamate a gara.

L’appaltatore non ha interesse a far risparmiare il Comune e tutta la Città. L’appaltatore ha interesse a svolgere il servizio, puntualmente, secondo gli articoli del contratto ma non ha una spinta che lo ponga quale protagonista delle scelte etiche, ecologiche e commerciali che consentano alla Città di avere un risparmio e gestire il servizio in maniera migliore. Il problema è che se fatture dello smaltimento, se il costo della discarica insomma, è sulle spalle del committente, cioè della Città, dei cittadini, il problema non avrà mai soluzione come l’appaltatore, chiunque esso sia, non avrà mai convenienza a discriminare i tipi di rifiuti e a fare economia sulla gestione, cercando di avere un ritorno dal conferimento.

In effetti in questa maniera non si appalta un servizio ma la mera mano d’opera. L’area su cui insiste il deposito dell’appaltatore, il sito di conferimento primario che per noi di Santa Marinella è il cantiere della Perrazzeta è di proprietà del Comune che lo mette a disposizione dell’Azienda appaltatrice. Azienda che mette a sua volta a disposizione i mezzi e la mano d’opera ma che non ha facoltà di imporre scelte gestionali. Per questo a me più che l’appalto di un servizio parrebbe trattarsi di appalto di semplice mano d’opera con la conseguenza che non è possibile incidere sui vari passaggi, tra raccolta e conferimento, per risparmiare e rendere il servizio più efficiente e utile.

In fondo mentre la raccolta organizzata doveva far risparmiare la popolazione le tariffe che vengono richieste alle famiglie non sono mai diminuite, nonostante in molti abbiano adottato il sistema del compostaggio domestico.

Se invece si riuscisse a responsabilizzare completamente l’azienda e il contratto fosse concluso su volumi e costi prestabiliti, questa avrebbe la necessità di rendere migliore il materiale da conferire e di cercare il sito che potrebbe offrire il miglior prezzo, specialmente per le materie prime secondarie che possono essere oggetto di valorizzazione particolare, e il Comune potrebbe applicare ai propri cittadini i costi così derivanti,ogni anno inferiori per il miglioramento dell’efficienza di tutta la filiera.

Non so se ci sono i margini per modificare, in senso migliorativo e reazionale, il contratto che andrà prossimamente a decollare; la cosa certa è che si continuiamo ad appaltare la semplice mano d’opera e contemporaneamente perdiamo il controllo della gestione probabilmente non faremo gli interessi della Città e dei cittadini non solo in senso economico.