3 Novembre 2020

Croce Rossa: beati i sufficientemente ottimisti.

By Cristiano Degni

Nella prima assemblea nazionale convocata nel 2020 Francesco Rocca dedica quasi un minuto e mezzo per liquidare con un’alzata di spalle la questione capitale, quella che deciderà il futuro dell’Associazione di volontariato più grande d’Italia, l’Associazione che invece di trasformarsi ha perso la sua natura e dimenticato la sua vocazione.

La questione del ricorso elettorale che il candidato Maurizio Scelli ha proposto contro il risultato delle elezioni del maggio scorso approda finalmente per la prima volta nel luogo deputato, oltre alle aule di giustizia a fine di ottobre con Francesco Rocca che ne parla in assemblea nazionale, pur non avendo inserito la questione all’ordine del giorno. La cosa non è di poco conto, non si tratta di una attività di prassi, una consuetudine, ma di illustrare un evento talmente importante, l’impugnativa di un risultato elettorale nazionale che avrebbe meritato una legittima informativa nei modi previsti dallo Statuto e dalla Legge a tutti i Soci e la cui attività legata alla resistenza giudiziale sarebbe dovuta passare nella prima assemblea utile per il giudizio espresso e personale dei Soci. La ragione fondamentale è che una eventuale soccombenza giudiziaria potrebbe esporre, come già successo nel tempo, l’Associazione alla rifusione di spese legali oltre che al pagamento dei danni. Ripeto che si tratta di film già visti, altre volte la Cri o qualcuno dei suoi Comitati, è stato convenuto in giudizio e si è trovato a soccombere ma mai tali questioni, evidentemente non di natura ordinaria, sono state sottoposte al vaglio dei Soci. La cosa ha una rilevanza anche dal punto di vista morale, dove ancora c’è qualcuno che si ritiene proprietario dell’Associazione e quindi informa i Soci, anche di malavoglia – raccontano tutti di una sufficienza eloquente – ma poi decide da solo di agire, o resistere. Speriamo che l’eventuale soccombenza non faccia traslare la responsabilità risarcitoria sulle spalle di chi non è stato messo nelle condizioni di dire la sua e poter decidere.

I sufficientemente ottimisti sono rimasti in pochi

Rocca dice che come Associazione siamo “sufficientemente ottimisti”. In punta di diritto – è naturalmente avvocato come è avvocato anche la controparte – non ritiene percorribile il riconoscimento di Scelli qualora si verificasse la sua dichiarazione di incandidabilità. Secondo Rocca il Giudice potrà emettere un provvedimento “demolitivo” ma mai “costitutivo”, quindi secondo Rocca il Giudice potrebbe dire che l’elezione ha avuto “delle anomalie e deve essere ripetuta” ma non potrà mai dichiarare che “Tizio è presidente in sostituzione dell’altro”. Non credo sia una esatta rappresentazione di tipo giuridico. Comprendo l’ansia e la necessità di tranquillizzare il pubblico elettore ma la cosa è manifestamente differente. Qualora il Magistrato giudicante dovesse rinvenire un difetto nelle qualità di uno dei concorrenti e dichiararne l’ineleggibilità, poiché in lizza ci sono due soggetti differenti automaticamente la stessa Legge prevede che il secondo, in ordine di elezione, subentri al primo. Tra l’altro il concetto è anche ben espresso nel regolamento elettorale dell’Associazione. Il resto non conta, assolutamente no.

Le nuove elezioni sono ipotesi residuale

Si tratta di istituti di carattere prettamente civilistico che Rocca, naturalmente più portato verso questioni di natura penale, può conoscere meno. Scelli, che si è fatto assistere da ben quattro professori universitari e si è fatto carico dei costi dell’intera procedura, ha distinto la procedura in due fasi: quella di urgenza che dovrà stabilire se Rocca fosse eleggibile o meno in quanto non socio e quella ordinaria che dovrà decidere se le elezioni online (non elettroniche che sono cosa ben diversa) fossero legittime o meno. Accertata la prima ragione Scelli stesso e la sua lista subentrerebbero a Rocca ed all’attuale consiglio direttivo nazionale, in quanto primo dei non eletti. Definita invece la seconda questione, e solo accolto il secondo caso in subordine, le elezioni sarebbero dichiarate nulle. Questa è logicamente un’ipotesi successiva, per ragioni procedurali, a quella di urgenza che per Legge deve assolutamente garantire ad un organo democratico la sua piena legittimità di azione.

In ogni caso la procedura d’urgenza innescata con l’udienza del prossimo 7 dicembre impone una decisione da parte del Tribunale con ordinanza immediatamente esecutiva che è prevista per il 7 dicembre stesso o per i giorni immediatamente a seguire. E io ve la racconterò, come sempre.