31 Gennaio 2021

Croce Rossa: ecco gli acchiappafantasmi

By Cristiano Degni

Vorrei raccontarvi della differenza tra l’autocrazia e la democrazia liberticida ma ho paura di annoiarvi più del solito. Questa meravigliosa Associazione che si chiama Croce Rossa Italiana è un esempio tipico di democrazia applicata a giorni alterni e portata illecitamente allo spasimo tanto da non riuscire a difendere più i diritti individuali e le prerogative dei singoli Soci ma piuttosto ad opprimere tali diritti arrogandosi poteri che nel migliore dei casi sono frutto di pessime interpretazioni di norme e variazioni su un tema che invece non ne ammette. Il problema è, prima di tutto, nel linguaggio. In genere noi diamo sempre troppo per scontato che democrazia e libertà siano sinonimi. Siamo abituati a trovare la democrazia lì dove c’è la libertà e la libertà protetta da organi democraticamente eletti. In Croce Rossa non è così.

Potrei scrivere un trattato sulla mancanza di libertà e la tirannide di certi piccoli despoti vestiti di rosso, mi limiterò invece a descrivervi gli abusi commessi da un collegio di persone nominate illegittimamente che continua, ammantandosi di diritti, ad esercitare prepotenze in nome e per conto del potere abusivo che intende sostenere per sua ineludibile missione. Naturalmente sto parlando del Collegio disciplinare nazionale che impiega il suo prezioso tempo ad acchiappare quei fantasmi che, per loro libera determinazione, pongono quelle domande alle quali chi si ritiene il proprietario di questa meravigliosa Associazione non vuole rispondere e si agitano così tanto da apparirgli di notte e fargli perdere il sonno.

Come e perché questo Collegio

Un capitolo intero di un ipotetico discorso potrebbe essere dedicato alla sua elezione ed alla sua conferma. Le norme interne alla Croce Rossa Italiana prevedono che il Collegio nazionale sia eletto dall’Assemblea nazionale con liste predeterminate e bloccate nonché votazione segreta. Significa che i partecipanti all’Assemblea devono poter ricevere, assieme alla convocazione, anche l’elenco delle liste con i nomi dei candidati e devono poter fisicamente votare in maniera anonima. In un’Associazione perfettina ( quindi non completamente perfetta) magari assieme ai nomi anche quattro righe di biografia sarebbero state gradite ma non voglio esagerare. Questo come tutti sapete non è accaduto. In assemblea nazionale il 21 gennaio 2017 infatti non andò esattamente così. La lista fu estratta dal cilindro durante lo spettacolo e si provvide a sostituire l’elezione a scrutinio segreto con una fervida e controllata acclamazione. La lista era unica ed era l’unica cosa veramente segreta fino all’ultimo. Stessa cosa è andata inscena a dicembre 2020. Non erano ancora decorsi nemmeno i canonici 48 mesi dalla sua elezione che l’organo massimo di deontologia associativa è stato prorogato il penultimo giorno dello scorso anno. La ragione è quasi banale. “Ravvisata la necessità di garantire un prosieguo (sic) dell’attività del Collegio Disciplinare nazionale – dice la delibera assembleare – sino alla nuova assemblea nazionale nel corso della quale sarà portata in votazione la nomina dei nuovi componenti in conformità alle disposizione regolamentari vigenti”. Così dunque è stato ma la delibera ci racconta due grandi verità. La prima è che siccome il regolamento parla di votazione segreta e gli attuali mezzi non la possono garantire stabiliamo una proroghetta e “l’omo campa”. Tutto chiaro, no? La votazione segreta con questi mezzi non si può garantire. Noi lo sapevamo ma non ditelo a Maurizio Scelli che questa delibera non l’ha sicuramente letta con la necessaria attenzione, altrimenti con la sua patente nuova e un paio di sacchi di tappi di plastica si sarebbe già venuto a prendere quello che la Giustizia gli dovrà assicurare a breve, il diritto di fare il Presidente della Croce Rossa Italiana a mente della Legge, dello Statuto e dei vigenti regolamenti. Poi un secondo brillante fenomeno. Non si può lasciare l’Associazione senza la sua devota psicopolizia, nemmeno un momento: ci sono ancora pulizie importanti da fare e questi le sanno fare a puntino.

Gli acchiappafantasmi hanno un capo

Poi venimmo a sapere che presidente del supremo organo di controllo della Cri, controllo morale quindi la cosiddetta psicopolizia, quella che sanziona non i fatti ma già i soli pensieri, era tale Massimiliano Geoli le cui “adeguate competenze giuridiche” come richieste dal regolamento si esprimevano nell’essere ingegnere. Nulla di male, certo, la sua più che scienza sarà passione ma sicuramente io, pur dal basso dei miei studi di diritto, non sarò mai chiamato ad assolvere un incarico nel quale si richiedono competenze di architettura, eppure come costruisco io castelli in aria non lo fa nessuno, vero? Per inciso Geoli è uno famoso, famoso non solo per aver concionato le Crocerossine durante l’ultimo Jump dicendo suppergiù che se ne fregava del Codice dell’Ordinamento Militare ma tanto tutte le Sorelle sarebbero state soggette alla sua giurisdizione, monca ed illegittima lo ripeto, scatenando il silenzio dei vertici del Corpo, all’epoca autoretti. Famoso per una concezione potremmo dire napoleonica dell’ordine come insieme retto delle cose che Geoli ha sempre avuto. Sua è la frase, riposta ancora nel sito della Cri, con la quale già nel 2010 da Vice Ispettore nazionale della componente Pionieri invitava “ tutti i responsabili a far rispettare le regole ove queste non venissero applicate correttamente o comunque ignorate”. Uomo d’ordine, insomma, che si attiene agli ordini anche se siano disordinati ed illegittimi. Particolare non da poco, tanto per far capire come nell’Associazione che si definisce neutrale ed indipendente la sede fisica dell’ufficio di segreteria della psicopolizia coincida esattamente e praticamente con la segreteria del presidente nazionale. Il cerchio per me si chiude qui, pero vorrei farvi capire altro.

La Confraternita dei creativi

Il Collegio disciplinare nazionale guidato da Geoli non ha regole e quando servono se ne dà all’impronta. Naturalmente lo scopo per cui il Collegio è stato costituito è quello di creare un organismo che sia pedissequo al potere imperante e mezzo per difenderne la strategia e la propria autocrazia. Un vero e proprio strumento di persecuzione dei nemici e di favore per chi sia vicino o utile a questo potere. Fa sorridere ad esempio il modo con cui si ometta di prendere posizioni su comportamenti di alcuni vertici, pur segnalati, perché la richiesta di provvedimento è giunta decorsi 90 giorni dalla conoscenza del fatto. Poiché questa norma non è mai stata scritta da nessuna parte allora si modifica il codice etico e poi, imperante la modifica, si sanzionano altri vertici per fatti accaduti due anni prima del procedimento disciplinare. Oppure come si ometta di dare il seguito a procedimenti nei confronti di violazioni acclarate del codice etico mentre si possano mantenere, ben oltre i termini legali, aperti fascicoli dei quali non è data a nessuno la disponibilità di conoscere il relativo registro, nemmeno agli incolpati.

Ci mancava il dogma

La creatività ha confini immensi e inesplorati, facendo assurgere il Collegio nazionale di disciplina ad organo elettorale con un autoprovvedimento dell’autarca che non ha necessità di ulteriore legittimazione in quanto l’immanenza dell’attuale padre fondatore della Croce Rossa Italiana è un dogma e come tale deve essere considerata, anche dalla Magistratura. Certo, il dogma non ha necessità di dimostrazione ma se qualcuno si incarica di fare il lavoro sporco, ammantandolo di una certa aura di legittimazione, e quindi gli toglie dalla corsa i possibili candidati antagonisti che abbiano un minino di credibilità e possibilità di vittoria magari la sera si va a dormire più tranquilli. Poi il lavoro di pulizia si può rendere ancora più efficace. Per esempio togliendo dalle loro poltrone quei Presidenti che possono dare fastidio, come quelli che chiedono conto dei bilanci non bilanciati dai loro predecessori o quelli che sono stati eletti ex abrupto rompendo inavvertitamente patti di spartizione territoriale che ricordano la vecchissima politica, magari sospendendoli per un tempo sufficiente a non farli ricandidare o a rendere nulla la presentazione della lista ove si volessero ricandidare, sempre per mantenere i sonni tranquilli e meglio di un qualsiasi ansiolitico da banco.

Una piccola precisazione e chiudo

In quello che vi ho appena raccontato non esistono profili di illegalità, naturalmente i nomi ed i fatti sono omessi per pudore ma chiunque sia interessato mi potrà come al solito chiedere gli atti ed i documenti e sarò lieto di fornirne a quintali. Le questioni che sollevo sono solo e sempre di opportunità o legittimità. Ognuno è padrone di gestire la propria cosa come crede. Il problema è proprio questo, un’Istituzione come Croce Rossa Italiana non dovrebbe avere un padrone. Un padrone ce l’ha un’azienda ed il fatto che la Croce Rossa Italiana sia diventata un’azienda ormai lo sostenete solo voi. Piuttosto è invece suggestivo comprendere come gli organismi deontologici di terzo livello esistano in tutte le organizzazioni che danno una forte rilevanza ai propri obblighi verso la Comunità, quasi come da questo ne fossero intrinsecamente legittimati – speriamo in questa sola frase si possa cogliere la sottile differenza di vedute tra chi ha studiato il diritto e chi l’ingegneria, tra chi cerca di dirimere le questioni tra gli uomini a botte di codice e chi lo fa a colpi di squadra e compasso – e tra gli organismi che erogano questo tipo di giustizia privata posso prendere come esempio gli Ordini professionali. Se fate una breve ricerca sulla rete troverete che la commissione disciplinare o deontologica nazionale di un qualsiasi Ordine professionale è nominata dal Tribunale proprio per l’alta funzione di esclusione e censura che deve poter offrire senza vincolo alcuno e non è nominata dallo stesso vertice che si può legittimamente aspettare fedeltà. Poi le decisioni, logicamente rese anonime, vengono pubblicate al fine di consentire a tutti gli associati di comprendere quali comportamenti concreti, nella logica astrattezza di ogni codice deontologico, siano passibili di sanzione. Questo succede agli altri e mai a noi. Dopo quattro anni ed un indispensabile proroga non siamo ancora arrivati ad essere trasparenti: cos’altro dobbiamo ancora subire per capire che la Croce Rossa è un’altra cosa?