17 Luglio 2023

Il diritto all’arroganza

By Cristiano Degni

Tra i diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino, dopo il diritto al lusso enunciato dal deputato Soumahoro dobbiamo incastonare anche quello all’arroganza, la cui dimostrazione ci è stata regalata oggi dal Sindaco Tidei durante un consiglio comunale a Santa Marinella.

Che l’argomento non fosse facilissimo lo immaginavamo tutti quanti, proprio noi che seguiamo le vicissitudini politiche ed amministrative di questo tanto meraviglioso quanto scassato pezzo di Mondo. Condire l’esercizio spregiudicato del potere con un’opposizione assente ,assolutamente schiacciata da una parte, dovrebbe essere il sogno di ogni governante. Invece c’è chi come il nostro amato Mago Oplà vuole strafare.

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All’inizio del Consiglio Comunale il Sindaco rinuncia ad enunciare le linee programmatiche, pur poste all’ordine del giorno con contenuto obbligatorio, pur di non scoprire le carte e racconta che siccome sono la stessa cosa del programma elettorale, e il programma elettorale è stato votato da tutti i cittadini con una maggioranza straripante, allora lo conoscono tutti e si può evitare di duplicarlo. Nessuno dai banchi della minoranza gli fa notare che il programma elettorale rappresenta quello che si vuole fare, e per il quale si chiede il voto ai cittadini, e non può coincidere con le linee programmatiche che rappresentano la spiegazione di come si intenda conseguire gli obiettivi amministrativi rappresentati nel programma. Pensate che questa spiegazione è talmente necessaria che la Legge ne impone l’approvazione nei primi mesi di vita di un’amministrazione. A noi invece non serve, secondo il mago Oplà è superflua.

A noi non serve nemmeno un assessore al bilancio ed è un funzionario comunale che lo rappresenta davanti a tutto il Consiglio. Non nominare un assessore al bilancio è una scelta strategica, serve a tagliare un pezzo importante di discussione, di democrazia, dalla vita pubblica cittadina. Infatti il bravissimo Marco Frascarelli, competente e preciso, racconta i conti della mia Città da un punto di vista ragionieristico, scientifico, asettico come è nella sua stessa funzione. Invece la Città avrebbe bisogno di una lettura dei conti di tipo politico, cosa che potrebbe rendere soltanto un interlocutore di natura politica e quindi un assessore. Non si nomina quindi un assessore al bilancio proprio per impedire l’apertura di un dibattito politico sui conti comunali, che è quello che più interessa alla politica ed ai cittadini, un esercizio di democrazia che nella sua traspirante arroganza il Mago Oplà considera superfluo.

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Questo è il motivo per cui nel momento in cui la consigliera Di Liello sottopone al Sindaco un paio di domande “fuori sacco”, andando a sfrugugliare tra le carte della Società Multiservizi comunali, lo stesso Sindaco, dimostrando di conoscere a menadito Schopenhauer, applica il suo 38mo stratagemma e la butta in caciara utilizzando un linguaggio assolutamente incivile e non adatto per il luoghi istituzionali, davanti ad una maggioranza muta ed attonita e regalandoci l’ennesima dimostrazione che Emanuele Minghella non ha la capacità di gestire l’aula ed esercitare il suo compito di Presidente del Consiglio comunale in maniera imparziale e rispettosa nei confronti di tutti i suoi pares.

Poteva comportarsi diversamente l’unico Sindaco insindacabile dell’Italia repubblicana, quello che aggredisce verbalmente quando non sa rispondere, che pretende di essere citato su ogni organo di informazione ed ha il vanto di riuscire ad inaugurare tutto l’inaugurabile anche prima, durante e dopo l’inizio dei lavori?

Certamente si tratta di una fortissima personalità imbevuta di un senso di superiorità immenso e di una altrettanto irritante altezzosità, certamente si tratta di una grave mancanza di argomenti seri e validi ma nulla dovrebbe far trascendere un personaggio ormai ottuagenario che della politica ha fatto il suo mestiere calcando tutti i possibili palcoscenici.

Mai nessuno al mondo deve abbandonare quel rispetto che è dovuto ai colleghi di assemblea in quanto membri della stessa Istituzione che lui è stato chiamato ad incarnare e rappresentare. Il dialogo è una forma di arricchimento del dibattito democratico, il confronto è una componente del dialogo. Dopo lo scontro con la consigliera Di Liello se fossi stato consigliere comunale anch’io avrei abbandonato l’aula, sia fossi stato in maggioranza che fossi stato in minoranza. Questo non è successo, evidentemente ho valori differenti ed un diverso modo di misurare il rispetto delle Istituzioni che servo con dignità ed onore dalla mia maggiore età.

Se si vuole che anche questa Città sia amministrata nel rispetto della legalità c’è ancora molta strada da fare. Chi non prenderà le distanze da questo modo di comportarsi dell’unico Sindaco insindacabile d’Italia sarà complice di un diritto all’arroganza che rappresenta un vero e proprio attentato alla democrazia.

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