10 Dicembre 2023

La democrazia che non c’è più

By Cristiano Degni

La libertà di espressione è un diritto fondamentale dell’uomo, riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e da molti altri trattati internazionali. È un diritto essenziale per la democrazia e per la tutela dei diritti umani, in quanto permette ai cittadini di partecipare attivamente alla vita politica e sociale del proprio paese. Proviamo a capire se a Santa Marinella questo diritto sia compresso e come?

Per lavoro mi è capitato di analizzare e verificare il livello di invasività di alcuni regimi fintamente democratici, di capire e documentare come attraverso iniziative o forzature, si elidessero i principi di partecipazione e democrazia fino ad annullare ogni forma di libertà. Questi posti che sembrano luoghi da memoria storica o fantascienza si trovano dietro l’angolo del nostro Paese. Oggi posso affermare con scienza e coscienza che anche la mia Città è uno di questi posti.

Bisogna cercare di capirci, quello che voglio raccontarvi oggi non riguarda ipotesi di reato ma solo un malcostume diffuso che viene messo in atto da chi non ha altri mezzi per conquistare l’opinione pubblica se non il potere in quanto tale, quello fine a se stesso, autogenerativo, la forma più insidiosa e pericolosa di quel male che avvolge tutta la Repubblica e sta portando non solo Santa Marinella ma tutto il Paese verso il baratro. Perché quelli di cui vi parlo sono fenomeni generali e generalizzati, vestiti con garbo sia dalla destra che dalla sinistra, a disposizione di chiunque voglia fare quello che gli pare senza dover rendere conto a nessuno.

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Per fare questo è necessario limitare le libertà dei cittadini e non servono leggi speciali, bastano gli atteggiamenti, le manovre, le continue forzature. Per esempio attraverso la limitazione continua della libertà di espressione dei cittadini per mezzo della quale si limita o nega il diritto dei cittadini di esprimere liberamente le proprie idee, opinioni e convinzioni. E questo perché le opinioni dei cittadini troppo spesso sono in contrasto con una narrazione falsa o quantomeno non rappresentativa del tessuto fattuale che costringe i cittadini a vivere in una farsa. Le opere realizzate con spreco di denaro pubblico a soli fini elettorali, inaugurate e chiuse immediatamente dopo il taglio del nastro, sono un classico esempio di come attraverso una politica maleducata e strillona si voglia condizionare la cittadinanza privandola di spazi e risorse, anche economiche, che ben potrebbero essere indirizzate verso un altro scopo, nobile e condiviso sono solo uno dei tanti esempi di uso distorto del potere che non rendono esecutivo il principio fondamentale di democrazia.

Il condizionamento avviene anche attraverso la censura dei mezzi di informazione e l’aggressione ai danni dei giornalisti che non si allineano al pensiero unico dominante. E’ un mezzo di censura anche l’attribuzione di elargizioni, premi e contributi in denaro, spazi fisici di gestione dell’attività e agevolazioni nella veicolazione dei messaggi, fatti solo nei confronti di alcuni giornalisti o mezzi di informazione, spesso senza gara o attività di selezione ad evidenza pubblica.

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Un’altra manifestazione evidente è l’esercizio della repressione fatto attraverso un uso spregiudicato della giustizia non finalizzato ad ottenere provvedimenti inibitori o satisfatori ma semplicemente per alimentare il disagio o esercitare una supremazia, anche dal punto di vista economico, verso i destinatari già dei soli avvisi di provvedimenti per metterli in uno stato di soggezione dato dalla necessità di affrontare un giudizio con costi elevati, sostenuti dalla parte proponente attraverso le casse pubbliche con la necessità di sostenere una lesione dell’immagine istituzionale.

L’obiettivo di determinate condotte è quello di isolare chi deve essere messo a tacere, per non consentirgli di diffondere una voce sovente molto vicina alla verità e per evitare che l’adesione alla sua posizione di altri soggetti possa rafforzare, anche economicamente, le fila del dissenso. Chi rimane spesso isolato in queste tristi situazioni è il dipendente pubblico che è oggetto di richieste di prestazioni che sono al limite della legalità e che, in quanto isolato, non ha il coraggio di contrastarle con un rifiuto che pur sarebbe legalmente previsto e tutelato.

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In fondo oggi è facile essere deboli e sembrare forti, da parte di chi fa politica, mentre è la parte debole, i cittadini elettori, ad essere forte ma a sentirsi individualmente debole. E siccome spesso i politici mentono, approfittano di ogni momento per aggredire la stampa libera ed indipendente perché è in grado di sputtanarli con le domande precise ed i fact-checking. Li fa arrabbiare anche la satira, anche quella più leggera, perché la dote migliore di questi politici è un’ingenua incapacità, e la satira non perdona certi errori. E quando non sanno cosa dire attaccano chi li critica, perché al posto delle critiche vorrebbero quelle che loro chiamano proposte costruttive, che in realtà sono progetti, gia disegnati, finanziati e pronti da usare, di cui hanno un urgente bisogno proprio perché sono convintamente incapaci.

Se applichiamo questo paradigma alla nostra Città, la meravigliosa Santa Marinella, troviamo molte coincidenze e dobbiamo cominciare a preoccuparci. Se non si sta bene per molte cose e ci aggiungiamo anche la diminuzione delle libertà, collettive ed individuali, dovremmo cercare, nell’Europa della libera circolazione, di cambiare posto in cui viviamo? Io ribalterei la questione: siccome siamo noi ad essere maggioranza, anche se non siamo stai finora in grado di farci sentire, mandiamo via quelli che voglio opprimerci per fare altro e cose diverse dal loro dovere.

Mentre scrivevo questo pezzo mi è arrivato un messaggio con lo spot del programma di domani sera. Far West va su Rai3 alle 21,20, dopo Un posto al sole. Nel messaggio della rai c’è scritto che il programma si occuperà dello scandalo di Santa Marinella ed intende fare luce sui territorio di confine, quelli in cui le regole sono saltate ed a pagare sono sempre i più deboli. Io non ci sto a far definire il posto dove ho la mia casa e la mia famiglia in questo modo. La colpa non è però della Rai, non è di Salvo Sottile né di Carlo Marsili. La colpa è di chi ci ha trascinato in questa pozza continuando a fare finta di niente, continuando a comportarsi come sempre hanno fatto, perché della gente a cui tra qualche mese continueranno a chiedere il voto non gliene frega assolutamente niente.

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