9 Ottobre 2020

Croce Rossa: la parabola dell’incuria /7

By Cristiano Degni

Colpo di scena nel procedimento giudiziario che vede contrapposti Francesco Rocca e Maurizio Scelli, con il secondo che ha deciso di far valere davanti al Tribunale di Roma le ragioni di un accertamento che vuole far capire come l’intero procedimento elettorale per l’elezione del nuovo Presidente nazionale siano state condotte disapplicando la legge ed i regolamenti interni. Il prossimo 26 ottobre un magistrato esaminerà l’istanza di emissione di provvedimenti urgenti richiesta da Scelli e dal punto di vista procedurale, data l’urgenza il Giudice non tenendo udienza per l’emergenza Covid deciderà il prima possibile dopo aver letto documenti e difese delle parti .

Eravamo rimasti all’appuntamento del 15 dicembre, appuntamento virtuale perché nella Giustizia civile italiana la prima udienza viene fissata in sede di notifica dalla parte che agisce in giudizio ma, per le note ragioni di congestione degli Uffici giudiziari, la data scritta nell’atto di citazione è una mera ipotesi. La Cancelleria del Giudice assegnatario della questione provvede di solito ad iscrivere la causa a ruolo e riassegna la data della prima udienza.

Questo termine poteva quindi slittare anche di qualche mese. Il tempo averebbe reso ancora più complesso lo svolgimento delle fasi di un delicatissimo giudizio, una causa che non vede solo contrapposti due partiti diversi all’interno della stessa Associazione ma che coinvolge, fino al midollo, due concezioni diverse del volontariato, dell’Istituzione Croce Rossa e di come questa debba attraversare il XXI secolo.

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I punti di vista sono noti ed invito chi ne sia all’asciutto a leggere quanto ho pubblicato precedentemente, anche qualche anno fa. La decisione del 26 ottobre prossimo è sommaria e d’urgenza. Non sono previste udienze di rinvio e tutto si consumerà in un veloce scambio di carte, una botta e risposta che, in via telematica, dovrà fornire al Giudice gli elementi per decidere se il proseguimento delle attività di un consiglio direttivo nazionale eletto, secondo Maurizio Scelli, in maniera irregolare possa compromettere le attività ed il futuro dell’Associazione di Volontariato più grande d’Italia.

continua-