8 Dicembre 2020

Croce Rossa: la risposta è dentro di te (epperò è sbajata)

By Cristiano Degni

E’ inutile metterci a discettare sulle risposte alle domande che in questi anni di inchiesta giornalistica sull’universo Croce Rossa Italiana e sul Sistema che la gestisce abbiamo avanzato in ogni modo ed in ogni dove. Le risposte non arriveranno mai perché le persone a cui sono state rivolte non hanno interesse a rispondere, in primo luogo ai Volontari e successivamente al Paese che sta nutrendo questo Sistema con una montagna altissima di euro ogni anno anche solo per il Comitato nazionale.

Dopo l’estromissione di Flavio Ronzi dalla stanza dei bottoni e l’insediamento del nuovo consiglio direttivo nazionale sembrava che tutta la nave dovesse percorrere rotte nuove con il pieno di carburante. Invece ci accorgiamo che è ferma al molo e che il carburante non c’è più, il gioco è annoiante e tutti i giocatori stanno cercando altri campi in cui esprimersi al meglio.

Un esempio su tutti ce lo dà il presidente nazionale Francesco Rocca il cui nome circola ormai da due settimane quale candidato sindaco, spinto sul Campidoglio addirittura dalla triade Berlusconi, Salvini e Meloni. Dal punto di vista umano comprendo perfettamente come per un narcisista al quale piace particolarmente far parlare di se possa risultare appetibile una poltrona scomoda come quella dell’ aula Giulio Cesare. E’ anche vero che non avrebbe più la possibilità di esercitare il suo passatempo preferito, la radiazione dei Volontari, ma con la fantasia che si ritrova un succedaneo sarà sempre a disposizione.

Chi si aspettava una smentita sul tamburo è rimasto male, anzi malissimo. Il nostro istrionico prezzemolino non ha smentito né smentirà. La notizia è stata fatta uscire ad arte proprio per saggiare gli ambienti romani, che ha sempre frequentato ma che ultimamente aveva un po’ snobbato, e per saggiarne la reazione che è stata calda e comoda.

Quello che ha dato universalmente la conferma della sua propensione al soglio è stata la risposta, poco aderente ai tanto sventolati Principi fondamentali del Movimento. Una persona con la Croce Rossa nel cuore avrebbe confermato che un impegno in politica non sarebbe stato nelle proprie corde, almeno senza una cesura tanto netta e prolungata nel tempo da non far confondere i propri ruoli. Perché signori miei non si tratta di un ruolo amministrativo, quello a cui il nostro autocrate aspira, non andrà a fare il City Manager ma il sindaco, vorrebbe andare a ricoprire il ruolo politico per eccellenza.

Alla domanda sulla candidatura lui ha quindi dato una non risposta con atteggiamento molto politico. E quando ha provato ad abbozzare una replica non ha detto di essere un uomo di Croce Rossa, votato ad una missione. Piuttosto ha dato due risposte non risposte. Ha detto per prima cosa che nessuno glielo aveva ufficialmente proposto e poi che lui è impegnato con il Covid. Di Croce Rossa non ha proprio parlato, non ha detto nulla dei vincoli che l’accettazione di questo solenne mandato propone alla vita dei cittadini distraendoli dall’impegno politico in prima persona per non intaccare i Principi di neutralità, imparzialità ma soprattutto di indipendenza che a parole sono chiari a tutti e che in pratica vengono compromessi sempre, da tutti quelli che li dovrebbero meglio salvaguardare.

Mi auguro che invece si possa candidare e diventare sindaco della Città Eterna. Qualche malelingua, le solite, adesso starà sorridendo. Che ti frega, state pensando, tanto tu non abiti a Roma. Non è quello (si, è anche quello) credo piuttosto che nessuno debba essere distratto dalle sue aspirazioni purché abbia l’onestà mentale di confessarle. Magari di confessarle agli stessi che ha fatto radiare perché nei loro profili social avevano loro foto con Salvini o la Meloni.

Dicembre è il mese in cui tradizionalmente si presentano le candidature per il Campidoglio. E’ anche il mese in cui dovrebbe essere decisa in via cautelare la questione, gravissima, sollevata dall’altro candidato alla carica di presidente nazionale, quel Maurizio Scelli che si è fatto volontario tra i volontari proprio per adempiere al mandato che ci ha chiesto di affidargli, senza scorciatoie. Se leggiamo questa cosa nella maniera giusta e corretta allora il ritardo nell’accettare la candidatura potrebbe essere un tentativo di indossare un paracadute prestigioso nel caso in cui la Magistratura rendesse a Scelli quanto gli spetti.

Aspettiamo a chiacchierare ed a giudicare, chi siamo noi per farlo? Certo che una risposta ce la saremmo meritata, tosta, schietta, rapida ed assolutamente non politica. La risposta invece è ancora dentro di lui, ed è sicuramente quella sbagliata.