28 Ottobre 2020

Croce Rossa: prima di Natale la risposta sulle elezioni.

By Cristiano Degni
Un ulteriore colpo di scena nel procedimento giudiziario che vede uno dei candidati alla presidenza nazionale della Croce Rossa Italiana chiamare in giudizio l’attuale presidente e tutto il consiglio direttivo dell’Associazione in quanto ritiene che le elezioni non si siano svolte secondo le regole e che l’attuale presidente, Francesco Rocca, non possa vantare l’elettorato passivo.

In molti attendevano l’altro ieri, data nella quale si sarebbe dovuta tenere l’udienza del procedimento sommario che Maurizio Scelli ha incardinato sul procedimento ordinario che va a contestare la regolarità delle elezioni che si sono tenute a maggio scorso. Il 26 ottobre l’udienza si è tenuta regolarmente in maniera virtuale come di prassi in periodo covid e, come da rito, è stata destinata alla verifica delle notifiche che il giudice dottoressa Cecilia Bernardo aveva chiesto a cura della parte ricorrente, quindi di Maurizio Scelli. E’ stato suggestivo scoprire, come in una qualsiasi commedia cinematografica in bianco e nero degli anni sessanta, che la Croce Rossa Italiana ha un Consiglio Direttivo Nazionale composto da una contumace, da un irreperibile e da un ritardatario. Questo però passa il convento.

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Si andrà in scena, tanto per rimanere in ambito artistico, il giorno 7 dicembre prossimo quando il medesimo magistrato avrà anche letto le memorie delle due parti in causa che gli dovranno pervenire entro i cinque giorni precedenti sempre però virtualmente, secondo il nuovo rito processuale che si è voluto denominare “cartolare”. Dopo di quella data ogni giorno potrà essere quello giusto per ricevere una decisione vincolante non sul tema del merito della questione, che personalmente ritengo provato fino alla noia, ma sulla legittimità della richiesta di emissione di un provvedimento urgente per assicurare, in virtù del buon diritto vantato dalle ragioni di Maurizio Scelli e del fatto che i tempi ordinari della giustizia nazionale possano far consumare le buone ragioni dello Scelli, che venga fatta giustizia.

Non ci resta che attendere quindi nei giorni successivi alla data del prossimo 7 dicembre con un paio di amare considerazioni. La prima è che mi pare assolutamente surreale che un consigliere nazionale al medesimo indirizzo riceva l’atto di citazione della causa principale azionata da Maurizio Scelli mentre sia irreperibile alla notifica dell’atto con il quale si richiede il provvedimento sommario. Un malauguratissimo caso che poteva essere sanato in udienza a dimostrarne la causalità ed invece sta diventando una questione di giustizia, allo scopo probabilmente di rallentare l’inevitabile. L’altra che il Presidente nazionale Rocca, sulla stampa in questi giorni per il coinvolgimento, pur senza evidenze fattuali né contestazioni personali, in una delle code della delicatissima inchiesta della Giustizia di oltretevere, attraverso una doratissima poltrona di cui chi ha mente ricorda senz’altro di aver letto in queste pagine ad agosto del 2019, lui che è sempre così carinamente presente sui social per parlare di ogni possibile argomento non senta il bisogno di raccontare ai suoi 150.000 soci per quale ragione il suo nome appaia assieme alle sue qualifiche presidenziali in un contesto che, come direbbe il buon Di Pietro, con i Principi “che ci azzecca?”.

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La buona notizia, insomma, è che prima di Natale la Croce Rossa Italiana potrebbe avere nuovo Presidente con il suo nuovo Consiglio direttivo proprio in via di urgenza visto che la Giurisprudenza in materia elettorale impone l’immediata esecuzione di un provvedimento di ineleggibilità per garantire la piena legittimità e validità degli atti di chi rappresenta le associazioni o amministrazioni con cariche elettive.