11 Giugno 2023

Rullo di tamburi, cominciamo.

By Cristiano Degni

Le tre grandi opere che hanno scandito la marcia trionfale delle truppe del Mago Oplà verso la vittoria si sono dimostrate quello che erano, cartapesta da campagna elettorale, piramidi di compensato buone per realizzare la scena dell’attraversamento del deserto e poi da dare alle fiamme, scenografia fumosa della sconfitta annunciata di una Città che muore. Qualcosa si può ancora fare.

Dovevano essere i segnali della grande capacità di fare, si tratta della discesa a mare a fianco della passeggiata di Santa Marinella, della limonaia alla Toscana e del parco alla Quartaccia. Tutti e tre inaugurati in pompa magna, tutti e tre mai completati e bloccati. Addirittura per la limonaia e per la discesa a mare sembra manchino alcuni permessi. Ora, se un cittadino qualsiasi avesse iniziato un opera senza i permessi di legge sarebbe stato lapidato, se lo avesse fatto un politico, magari consigliere comunale, sarebbe stato accompagnato nella sfilata per la “via dell’infamia”. Invece lo ha fatto l’amministrazione in carica, con il voto favorevole della Giunta comunale ed il finanziamento prelevato dalle tasche dei cittadini, Nulla, le opere sono ferme e nessuno ha protestato.

Nemmeno un cenno si è levato dai banchi dell’opposizione che si lamenta molto se viene criticata ma che è congelata, incapace di fare alcun atto o gesto che abbia contenuto politico ed anche nelle sue prime mosse in consiglio comunale si è dimostrata sgraziata e di bassa competenza politica, dilettantesca insomma. In fondo la sconfitta era nell’aria e nessuno ha messo in campo più di tanto, nessuno si è sforzato a reclamare quell’identità politica di cui ci si riempie la bocca ma che poi è usata quale maglia al solo scopo di scendere in campo e, una volta sudata per bene, mettere in lavatrice anche se dovesse per caso cambiare colore. Così sono stati cancellati dalla piazza virtuale partiti nazionali come Forza Italia e Lega per Salvini, che tanto avevano fatto parlare negli ultimi anni a causa di comportamenti incoerenti e che sono stati poi sanzionati dalla cittadinanza.

Fare politica è faticoso e fastidioso, troppo spesso non paga o non paga bene, ma bisogna anche saperlo fare. Bisogna costruire una narrazione , bisogna disegnare un modello e farlo comprendere alle persone, bisogna coinvolgere i cittadini in una visione, bisogna anche esporsi e prendere una posizione su i fatti e gli accadimenti che poi segnano un periodo, che hanno una rilevanza, che possono incidere sul futuro dei cittadini a cui, poi, si chiederà il voto.

Tutto questo non è facile, soprattutto in un paese abitato da primedonne presuntuose e noiose, che pare accettino sempre di partecipare alle varie kermesse elettorali loro malgrado, quasi costretti, e che poi una volta dentro la stanza da dove devono uscire liste e candidati, si mettano a fare le scene madre, battendo pugni e dettando condizioni. Abbiamo visto come è finita, lo abbiamo visto non una volta soltanto ma per ben tre volte di seguito, con risultati sempre peggiori. Adesso basta, è opportuno che chi “ha dato tanto” si tolga dai piedi e lasci lavorare che ha intenzione di mettersi in gioco e cercare di cambiare le sorti di questo disgraziato pezzo di mondo.

Cominciamo adesso, domani sarà già tardi.

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