Tu quoque Claudio, poesia contro poesia
La musica è la stessa, le parole seguono il corso del luogo dove viene suonata. Si chiamano cover ed andavano di moda tantissimo tempo fa, quando l’aifon serviva ad asciugarsi i capelli ed alla domanda “uozzapp?” si rispondeva di solito “ciccio e zieto, nell’orto seo”. Può darsi che mi stia sbagliando ma la canzone “A modo mio” composta dal duo Baglioni & Coggio e cantata in prima assoluta al festival nazionale per antonomasia della canzone italiana nella primavera del 1974 e poi saldamente schiaffata nell’album “E tu” mi ricorda per armonia e diteggiatura il brano originale “How can I tell you” composto quattro anni prima dal barbuto Cat Stevens e da lui medesimo trasportato nell’indimenticabile album “Teaser and the firecat” edito nell’anno successivo, per intenderci quello con dentro Moonshadow, Peace train e The Wind, robetta insomma. Certo, se fosse come penso il Claudio nazionale avrebbe preso per il culo oltre che la giuria di Sanremo anche tutti i suoi fans ma ormai è arcinoto che io di musica non ci capisco una mazza. Giudicate voi, allora.
Io non avevo mai sentito questa canzone ma non appena l’ho sentita ho pensato ad “A modo mio” di Baglioni. Possibile che sul web nessuno ne parli?