8 Febbraio 2024

Unti e bisunti

By Cristiano Degni

Il consiglio comunale di lunedì è stato annullato per una violazione di Legge e di regolamento consiliare. Secondo il Sindaco Tidei si tratta di una semplice svista ed attribuisce alla minoranza una sonora sconfitta. Di sonora c’è solo l’incapacità di alcuni soggetti di svolgere le funzioni istituzionali cui sono demandati. Il resto è la solita fuffa di cui ormai possiamo fare a meno.

Ormai in Italia, e non solo a Santa Marinella, chi è eletto si ritiene sempre più investito di diritti che di doveri ed in base a questa concezione proprietaria della politica difende la poltrona conquistata nell’urna con le unghie. La difende in quanto sua, non perché il Popolo lo ha scelto a rappresentarlo.

In base a questo ragionamento si comprendono due cose. Da un lato l’arroganza, la prepotenza e la saccenza con la quale si alzano i toni in consiglio comunale, si toglie la parola agli avversari, si minaccia e deride, si considera ogni osservazione una offesa personale magari contro quell’intelligenza che sicuramente una volta era presente ed ora non si riesce più a manifestare con la brillantezza di un tempo.

E per lo stesso diritto divino si contesta alla minoranza la cattiveria di non porgere proposte, magari già finanziate e cantierabili, e quindi si riduce il problema della paralisi dell’attività amministrativa dando come al solito la colpa a qualcun’altro. E proprio, ancora, per questa ragione di diritto divino si nominano soggetti alle più alte cariche istituzionali senza che questi ne abbiano la reale capacità né con dimostrata pregressa esperienza. Poi succede che un momento della vita politica che deve essere considerato topico come la discussione in aula di una mozione di sfiducia, cade in burla dopo che per tre ore la seduta invece di essere centrata su questioni indispensabilmente politiche e fondamentali è stata tutto un fiorire di insulti, minacce, recriminazioni, urla da rissa stradale.

Quel momento altissimo e magico viene rovinato non da una “semplice svista” che poi non è né semplice e nemmeno una svista trattandosi del mancato rispetto delle regole del gioco, quello di cui vi ho sempre parlato, del fatto che una persona designata quale arbitro è invece indecorosamente sempre stata il dodicesimo giocatore in campo senza nemmeno capire quale sport si stesse giocando e quali regole andassero applicate. In una democrazia che vuole chiamarsi tale le regole sono fondamentali e le “sviste” non sono ammesse. Quindi, siccome in quella seduta di sviste fondamentalmente vizianti ne sono stare registrate almeno quattro e le altre tre non le ha lamentate nessuno, sarebbe opportuno che più di qualcuno si dimettesse, altrimenti da quell’aula, da questa situazione di stallo improduttivo non ne usciremo più.

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Le dimissioni sono una manifestazione democratica di presa di coscienza di una sostanziale inadeguatezza. Dell’inadeguatezza di questa classe dirigente caciarona ed incapace, rissosa ed autoreferenziale, saccente e minacciosa non ne possiamo più ed i danni che sta producendo li abbiamo davanti agli occhi, in termine di denari sprecati e di privazione di una speranza. Se qualcuno si è alzato per prendere il microfono e dichiarare davanti ai cittadini di non essere complice del malaffare che gli articoli di giornale ci hanno fatto conoscere nessuno, ripeto nessuno, ha smentito i fatti scritti nero su bianco perché probabilmente chi è Unto dal Signore considera quelle cose come sviste. E se il Sindaco, in una delle sue meravigliose ed incontinenti esternazioni, ha detto che i giornalisti sono sotto indagine non ha specificato, ritenendo anche questa probabilmente una svista, che lo sono per vicende legate ad un artificioso “revenge porn” ma non certo per quell’alluvione di pornografia politica ed istituzionale che ha invaso le nostre case. E da questo nessuno, ripeto nessuno, ha mai preso le distanze, ha detto io non faccio così, ha dimostrato che quei dialoghi, quegli atteggiamenti sono falsi. Il resto sono chiacchiere, appunto da Unti del Signore, che difendono la poltrona non sapendo fare miracoli né moltiplicare pani e pesci pur se sulla questione dell’acqua e del vino potremmo aprire un dibattito.

Oggi Santa Marinella ha una urgente necessità di cambiare. Occorre una classe dirigente libera da condizionamenti, capace, competente, disponibile al confronto ma sostanzialmente orientata verso un futuro da costruire assieme ai cittadini e non da imporre agli elettori ed ai contribuenti, adeguata ai tempi, inclusiva e democratica. Oggi Santa Marinella ha una urgente necessità di cambiare persone e metodi di governo, di riportare l’Istituzione su quel piano democratico di cui ha bisogno per concertare e costruire lo sviluppo di un territorio che è stato per decenni preda di interessi indicibili e mai manifesti. Oggi Santa Marinella ha bisogno di cambiare perché i cittadini sono stremati da un modo corsaro di intendere il governo della cosa pubblica, non ha più bisogno di Unti del Signore ma di persone sincere e leali che sappiano assumersi le proprie responsabilità ed agiscano non in nome di interessi ma per conto della loro Comunità. E le sviste miracolosamente non ci saranno più.

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